Gli approfondimenti

 

 

Pasca 'e 'na vota

 

 

Lo Struscio

Il giovedì santo, era tradizione, fare lo struscio cioè visitare i sepolcri preparati nelle varie chiese. Bisognava visitare almeno tre chiese, oppure cinque o sette. Questa passeggiata, alla quale non si sottraeva nessuno, era chiamata appunto struscio, dal fatto che una volta le donne indossavano abiti lunghi e quando camminavano, strusciavano a terra.

 

 

Il casatiello, il tortano e la pastiera

 

Il casatiello è uno dei piatti tipici della tradizione pasquale napoletana in particolare e meridionale in generale. Il termine casatiello deriva da “caso” che in napoletano significa formaggio ed, in effetti, nel casatiello c’è una cospicua quantità di formaggio. Il tortano, altro piatto tipico della tradizione napoletana, può considerarsi una variante del casatiello; esso, infatti, ha lo stesso impasto: farina, lievito, acqua, sale, pepe, sugna, pecorino, uova sode; vi è, però, l’aggiunta di dadini di salumi e di formaggi. Del casatiello esiste anche la variante dolce che, eliminati dalla ricetta base gli ingredienti “rustici”, vi aggiunge: zucchero, frutta candita ed una leggera glassa con diavulille (confettini colorati) sulla superficie. Però, il dolce per eccellenza della Pasqua napoletana è la pastiera o pizza di grano che, con il suo inebriante profumo di fiori d’arancio, è diventata il simbolo della Pasqua e della primavera. Anche la pastiera, come la sfogliatella, secondo la tradizione, è nata tra la pace delle mura di un convento. A Napoli, le pastiere preparate dalle suore del convento di San Gregorio Armeno, non avevano rivali, oggi le potremmo definire le Ferrari della pasticceria napoletana. Personalmente ritengo che, la bravura in cucina, di una massaia napoletana, si veda dalla realizzazione della pastiera; questo è un dolce che non conosce mezze misure: o è eccellente o è da buttare!

 

 

 

( Autore: Bonuccio Gatti - © Copyright 2006 www.bogat.it  )