Castellammare... una poesia

 

 

Presentazione

Non è mio costume dedicarmi ad una presentazione senza prima “entrare” negli stati d’animo dell’autore e conoscerne a fondo la personalità.  

Ma Bonuccio, forse troppo schivo, troppo umile, rifugge da qualsiasi colloquio che riguardi la sua persona e giocoforza devo attenermi al suo desiderio: “dire” solo su questa raccolta.

L’ho letta con attenzione e di certo con piacere.

E’ principalmente una “carrellata” nel passato con evidente nostalgia e velata rabbia per ciò che “era” e ciò che “è”, ma sempre è evidente un motivo d’orgoglio.

‘A Cassarmonica, di recente restaurata e pronta ad esaudire il sogno dell’autore: “esce ‘na musica ca pe ll’aria vola leggera”. Quasi un presagio: “‘A nuttata passa”, e la ristrutturazione può ben riferirsi a ciò, “ma po’ ne vene ‘n’ata”, e difatti la cassarmonica resta lì, nella sua solitudine, senza musica, senza arte. ‘A funtana d’‘a “Basilio Cecchi”, dalla cui lettura si evince la sensibilità dell’autore anche verso opere che appartengono ai ricordi di chi, “guagliunciello”, ha vissuto una realtà ben diversa da quella odierna.

L’aver “acciso sta povera funtana” è un verso che evidenzia il rimpianto più ampio verso ciò che deperisce nella nostra città. Dint’’o Gesù, “tocca” i cambiamenti umani: “dint’‘o bisogno se devano tutti ‘na mano, nun esistevano cattiverie o risentimenti”. E difatti l’odierna società è priva quasi del tutto dei vecchi valori, tesa solo all’arrivismo, al potere economico, dimentica del fattore umano.

Le acque ‘e Castiellammare, ribadisce il mancato totale sfruttamento di una risorsa quale “l’oro bianco”, che di certo incrementerebbe l’economia della città.

Sta povera Castiellammare, che l’impaginazione per ordine alfabetico ha posto per ultima, è comunque una significativa conclusione, di pensieri di certo frutto di amare constatazioni: “nuje avimmo distrutto tutto, senza nisciuno rimpianto”.

Accanto a queste “denunce”, si trovano sprazzi di serenità, quali in: Castiellammare mia “si te guardo ‘a mare, m’appare comme ‘a ‘na perla dinto ‘a ‘na cunchiglia”, Castellammare “sei un affresco della natura”, dalle quali si evince tutto l’ardore e l’amore che l’autore prova. Poi in, ‘A pizza, ‘A sfugliatella, ‘O biscotto ‘e Castiellammare, ‘E carcioffole ‘e Schito, leggere le quali è come osservare un dipinto estemporaneo ed “entrare” di colpo nelle atmosfere di festa e “assaggiarne” e “goderne” le prelibatezze. Non poteva mancare un pensiero dedicato al Santo Patrono. In ‘A festa ‘e Santu Catiello, si respira tutta la devozione e la consapevolezza del “debito” che tutti abbiamo nei confronti del Santo “ce cumpurtammo, purtroppo, malamente, apprufittanno d’‘a buntà ‘e Santu Catiello”.

Così come non manca la speranza di un domani migliore. In ‘Mmiez’‘a Villa Comunale, dall’ironia del discorso tra due grandi quali Raffaele Viviani e Luigi Denza, alla certezza che di gente onesta e laboriosa la città è piena e che “ave bisogno sulo ‘e ‘n’opportunità” .

Spero che Bonuccio dia seguito a questa raccolta in modo che il lettore possa “assaporare” gli ancora tanti risvolti di questa città. La raccolta è presente sul sito www.liberoricercatore.it, un sito, curato da Maurizio Cuomo, che vuole riordinare la storia vecchia e nuova della città, con appassionate ricerche ed apertura a tutti gli artisti e cittadini stabiesi.

Oltre a storia e ricerche, è possibile reperire fotografie e notizie su: religione, servizi e società, tradizioni.

 

 

                                         Ambrogio Scalini

ANCA-ECSA Ass. Naz. Critici d’Arte

 

 

( Autore: Bonuccio Gatti - © Copyright 2006 www.bogat.it  )